Questa settimana la Corte di commercio di Vienna ha stabilito che il colosso di video streaming di proprietà di Google è direttamente responsabile per le violazioni del copyright commesse dai suoi utenti e non, come hanno sempre sostenuto YouTube e la casa madre Google, una piattaforma tecnica neutrale che non può essere ritenuta legalmente responsabile del contenuto che ospita. La decisione preliminare della Corte non è giuridicamente vincolante ma segna un precedente significativo e se anche la sentenza finale andrà in questa direzione il verdetto del tribunale potrebbe avere un impatto importante sul modo in cui, non solo YouTube, ma anche altre piattaforme online come Facebook operano in Europa.
Il caso è arrivato in tribunale dopo che il canale televisivo austriaco Puls4 ha fatto causa a YouTube nel 2014 dal momento che i contenuti protetti da copyright dei suoi canali erano stati pubblicati sulla piattaforma. YouTube ha sostenuto di essere un servizio tecnico, un cosiddetto provider host, e di rientrare a pieno titolo nelle disposizioni della legge sull’e-commerce dell’Unione europea, che stabilisce che i fornitori di servizi tecnici non sono responsabili per il contenuto pubblicato dai loro utenti. Il primo responso della Corte ha, invece, decretato che l’attività di YouTube nel “ordinare, filtrare e collegare” i contenuti, “in particolare creando sommari in base a categorie predefinite”, aiuta a determinare il comportamento di navigazione dei propri utenti e non può quindi essere considerata una piattaforma neutrale.

 

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