Quello della musica dal vivo, a conti fatti, è l’unico settore ascrivibile all’industria musicale a non aver conosciuto crisi, negli ultimi anni. E, secondo un report compilato da Pricewaterhouse Coopers, colosso multinazionale della consulenza strategica e della revisione di bilancio, la tendenza alla crescita si consoliderà anche nei prossimi anni, tanto da far arrivare l’industria del live entertainment a valere a livello mondiale, nel 2022, la bellezza di 31 miliardi di dollari.
A far suonare un campanello dall’allarme, tuttavia, dovrebbe essere la benzina che – secondo i rilevamenti di PwC – ha alimentato fino a oggi questo motore: le garanzie per i grandi exploit al botteghino restano artisti da considerare ormai classici come U2, Guns N’ Roses, Metallica, Depeche Mode, Paul McCartney e Rolling Stones, che nel 2017 hanno conquistato in quest’ordine le prime sei posizioni nella classifica dei tour più ricchi a livello mondiale.
La mancanza del ricambio generazionale di artisti di estrazione rock capaci di attrarre tanto pubblico rappresenta un serio pericolo per l’espansione del settore, che tuttavia – secondo PwC – potrebbe essere attutito se non addirittura assorbito dall’EDM e dalla dance: la ricerca, infatti, osserva come manifestazioni come l’Ultra Festival di Miami o il messicano BPM Festival, nati come eventi di nicchia con un forte legame al territorio, siamo negli anni diventati fenomeni globali tanto da costringere gli organizzatori – nelle specifico quelli dell’Ultra Festival – ad aprirne succursali in Europa, Sudafrica, Asia e America Latina.
Sotto il profilo più squisitamente industriale, secondo PwC il futuro sarà appannaggio di un sempre più ristretto gruppo di super-competitor che sapranno tessere le giuste reti di partnership per fornire servizi sempre più mirati a un pubblico sempre più esigente.