Se seguite questi aggiornamenti avrete capito che il grande cambiamento avvenuto con il digitale è la disintermediazione, ossia la scomparsa di figure e filtri tra l’artista e il proprio pubblico.
Oltre alle strategie web per la promozione della propria arte e la trasformazione della figura del musicista in quella mitologica metà artista- metà imprenditore, un punto necessario è diventato quello della segmentazione del proprio pubblico.
Il fattore più importante, da ricordarsi sempre è: non state vendendo lavatrici e quindi non avete bisogno di passare ore a dividere la vostra audience in target di interessi e fasce di età (seppur molto utile e interessante, vi consiglio sempre di passare più tempo possibile sulle vostre composizioni!).
Dovete semplicemente riuscire a individuare due macro aree le cui fondamenta costituiscono la vostra platea generale:
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I vostri fan
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Gli ascoltatori occasionali
Il primo gruppo è quello che siete riusciti a costruire nel tempo, sono i vostri amici che vi seguono dall’inizio, sono quelli che per primi hanno creduto in voi e hanno notevolmente contribuito alla crescita della vostra fan base ‘originale’. Potete contare su di loro ogni volta pubblicate un brano, un EP, un album, del merchandising; sono coloro che rispondono alle call to action, che partecipano ai vostri video e che possono aiutarvi a promuovere i vostri concerti.
Sono loro sui quali dovete investire il vostro tempo o parte del vostro budget.
Gli ascoltatori occasionali, invece, possono far parte di una nicchia musicale e avvicinarsi ai vostri brani soltanto perché inseriti in una playlist o selezionati da un algoritmo. Se avete lavorato bene in promozione radiofonica, possono avervi ascoltato e shazammato, inserito tra gli artisti preferiti e iniziato ad ascoltare la vostra musica insieme a quella di altre 10 band.
Questo pubblico rimane più attaccato a quello che fate rispetto a quello che siete; spesso non vi segue sui social, quindi non conosce le vostre call-to-action, non gli interessa. Se pubblicate brani in linea con i loro gusti/playlist va tutto bene, ma bastano uno o due brani non graditi che verrete messi nel dimenticatoio.
Allo stesso tempo, questi ascoltatori occasionali non vanno completamente dimenticati; dovete comunque cercare di trasformarli in FAN e potete farlo attraverso soluzioni extra musicali, come ad esempio:
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Cambio di immagine: come abbiamo visto in un precedente post, la grafica giusta può aiutarvi a trovare i giusti ascoltatori. Ma può anche riuscire a incuriosire quelli che vi ascoltano per caso, soprattutto a momento di pubblicare un secondo album oppure un nuovo singolo. Abbinare alla nuova uscita un cambio grafico, di colori, di impatto generale, un nuovo shooting fotografico, un cambio online, può stimolare questo pubblico ad andare oltre la semplice canzone ed entrare nel vostro mondo diventando FAN
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Percezione generale: questo è un punto difficile, perché per ‘percezione generale’ si intende tutti quei media che possono aiutarvi a promuovere la vostra musica e il vostro nome, ad esempio radio, stampa, webzine, riviste, quotidiani, TV, ma anche una notevole massa critica che non soltanto vi ascolta, ma condivide in maniera disinteressata (nel senso che non ha nessun rapporto diretto con voi) e partecipa alla costruzione del passaparola analogico e digitale.
In conclusione:
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Il vostro pubblico si divide in fan e semplici ascoltatori
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Gli ascoltatori possono essere appassionati del genere che suonate ma non necessariamente essere vostri fan
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I fan sono una tribù e vi seguono sempre, molto spesso al di là di quello che componete.
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Quando pensate a una strategia impegnatevi nel stringere rapporti ancora più solidi con i fan.
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Ma allo stesso tempo non dimenticatevi degli ascoltatori riservando a loro azioni specifiche nel tentativo di ‘convertirli’ in fan.
Fabrizio Galassi