Settimana scorsa abbiamo visto come è possibile entrare nelle playlist ideate e pubblicate dagli utenti.
Oggi ci occupiamo di quelle create dagli algoritmi, realizzate in base a filtri, ricerche e analisi. Da non sottovalutare anche quelle realizzate dagli staff editoriali, ma nei loro contenitori è possibile finirci se riusciamo a sfruttare al meglio il lavoro organico: followers, interesse e viralità.
IL FILTRO COLLABORATIVO
In maniera semplicistica l’algoritmo, ad esempio, che genera la playlist Discover Weekly (che è ogni volta incredibilmente interessante) funziona così:
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Gli utenti Gino, Pino e Lino ascoltano spesso le stesse canzoni. Esce un nuovo brano che piace a Gino e Pino: l’algoritmo calcola la percentuale che il nuovo brano possa piacere anche a Lino e così lo ‘raccomanda’ all’interno della sua Discover Weekly.
In maniera più complicata ecco come funziona:
Se siete semplici musicisti e non ingegneri informatici, il consiglio che possiamo darvi è quello di fare in modo che il vostro brano sia su più playlist ‘umane’ possibile, perché l’algoritmo valuta anche quante persone cliccano sul vostro brano, e che tipo di conversioni ci sono dal semplice click, all’ascolto, al download (off-line).
POSIZIONAMENTO ONLINE
Non basta aver scritto, registrato e pubblicato un bellissimo brano, in questi anni di dittatura degli utenti, è necessario che siate in grado di far sapere al mondo che il vostro brano è bellissimo.
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Curate la vostra presenza su Spotify
Datevi come traguardo 250 followers, è il numero grazie al quale potrete diventare account verificato; Spotify non vi ringrazierà soltanto con il bollino blu, ma sarete più facilmente rintracciabili perché porterete ascolti e utenti sulla piattaforma. -
Il vostro brano recensito
Ecco cosa ha scelto per me l’algoritmo di Spotify questa settimana:
Al primo posto è presente Giorgieness con “K2”, brano azzeccato e in linea con i miei ascolti/gusti. Ma guardate adesso che tipo di risultati arrivano con la ricerca del brano/album su Google:
L’album “La Giusta Distanza” è stato segnalato dai siti musicali più influenti come RockIt, RockOl, SentireAscoltare, ImpattoSonoro, Ondarock e FunWeek. Questo significa ‘posizionamento’, ed è un lavoro che è possibile realizzare tramite un ufficio stampa (se avete budget) oppure in autonomia. Ma prima di contattare le redazioni pensate sempre alla ‘dittatura degli utenti’, ossia: fate in modo di avere già dei buoni numeri sui social.
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Discover the Discover
La playlist che ho preso in esempio è una delle più ascoltate e dedicate; provate a trovare altre liste, tutte quelle che potrebbero essere in linea con la vostra musica o con il vostro pubblico. Poi fate la ricerca Google simile al punto 2, segnatevi le riviste/blog/siti che parlano di quei brani e contattate le redazioni. Fate questo per tutte le playlist che riuscite a trovare.
STIMOLATE LA CREAZIONE DI PLAYLIST
Oltre a creare la vostra playlist settimanale (consigliato) nella quale inserirete il vostro brano sul quale state puntando (super consigliato), provate a coinvolgere i vostri ascoltatori o follower di Spotify (avete raggiunto i 250?) nel realizzare delle liste con i vostri brani: come ricompensa ideate qualcosa di interessante e coinvolgente. Se ci riuscite, andrete a stimolare l’algoritmo che analizza le playlist, così incrocerà i dati e darà una sorta di punteggio al vostro brano che potrà essere raccomandato a nuovi utenti. Il concetto è simile al filtro collaborativo, ma l’analisi è direttamente sulle playlist e non sull’attività degli utenti.
Fabrizio Galassi