Venerdì tre figure storiche della musica italiana come Mogol, Mario Lavezzi e Franco Mussida hanno convocato una conferenza stampa per protestare contro la scarsa qualità del Festival di Sanremo.
Secondo i tre autori, Sanremo negli anni ha subito una perdita di qualità notevole e i brani presentati sono sono diventati “sempre più deludenti. A loro avviso questo tipo di deriva è inammissibile per il “Festival della Canzone Italiana” e le cause sarebbero principalmente due: l’intromissione delle case discografiche che influenzerebbero troppo la direzione artistica della manifestazione e la decisione di prediligere la notorietà dei cantanti al posto della qualità delle canzoni. “Si è preferita una logica di spartizione a favore di un sistema in grado di garantire all’organizzazione della manifestazione la partecipazione di artisti di acquisita popolarità, ma spesso” – hanno dichiarato – “a prescindere dal livello qualitativo delle canzoni”.
Per questo è stata lanciata una petizione per introdurre un nuovo regolamento che preveda una scelta di 20 canzoni scritte da autori italiani e poi la loro assegnazione, da parte del direttore artistico del Festival, ai possibili interpreti. “Lo scopo della petizione” – chiarisce Mussida – “è spostare il baricentro da una gara in cui la carriera del cantante è l’elemento principale a una nuova visione dove unire la grande creatività e il mondo degli interpreti“. “Scegliere le canzoni prima dei cantanti è una buona idea” – continua Mogol – “Si torna così al Sanremo di una volta e alla canzone di qualità. Quello che più conta è il livello culturale popolare, se continua a scendere è una cosa gravissima”.

 

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