Nuovo grattacapo per la piattaforma di streaming, nella strada verso la quotazione in borsa: dopo la polemica sugli artisti “falsi” inseriti in posizioni di prestigio nelle playlist, è in arrivo una causa multimilionaria per diritti non pagati.
A intentare la causa sono due editori di Nashville: Bluewater Music Services e Bob Gaudio. I primi controllano un vasto catalogo, legato soprattutto alla musica country, mentre Gaudio è l’autore di Frankie Valli and the Four Seasons. Entrambi sono rappresentati da  Richard S. Busch dello studio King & Ballow di Nashville.
Per capire l’entità della causa basti pensare che  “December, 1963 (Oh What a Night)” di Valli è a quota 58 milioni di stream e che i diritti contestati riguardano un catalogo di circa 2500 brani, per cui Spotify non avrebbe pagato le licenze e i diritti meccanici di riproduzione. Secondo le cifre condivise dallo studio legale, il totale della causa ammonterebbe a 365 milioni di dollari: 150.000 dollari per brano non pagato.
Non è la prima volta che Spotify riceve contestazioni di questo tipo. Già nel 2015 Il frontman dei Camper Van Beethoven David Lowery aveva depositato presso il tribunale di Los Angeles una class action nei confronti di Spotify richiedendo la cifra record di 150 milioni di dollari per il mancato versamento di diritti d’autore ai legittimi titolari. Era partiata anche una class action da parte di autori indipendenti con richieste superiori ai 40 milioni, poi risolta con un accordo da 30 milioni di dollari.

 

Per approfondire http://www.rockol.it/news-676652/despacito-e-canzone-piu-ascoltata-sempre-streaming