Le prossime elezioni in Siae saranno le prime della storia con voto elettronico. Gli autori ed editori iscritti avranno facoltà di esprimersi sul nuovo «governo» della propria società di collecting anche da casa. Lo ha detto questa mattina il presidente di Siae Filippo Sugar, nel corso dell’audizione di fronte alla Commissione cultura della Camera sui «profili di attuazione del Decreto legislativo numero 35 del 2017 (“Gestione collettiva diritti d’autore per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno”)». Il processo di adeguamento al Dlgs 35 sarà comunque compiuto – ha assicurato il presidente – entro il termine prefissato dell’11 ottobre. Sugar ha fatto il punto sull’iter di riforma dell’ente da lui presieduto: il nuovo statuto è stato inviato ai soggetti che vigilano su Siae – presidenza del Consiglio, ministeri di Economia e finanze e Beni culturali, nonché Agcom – e, al termine dell’iter, saranno appunto proclamate le nuove elezioni.
A partire dal Bilancio 2016 caratterizzato da un fatturato da 796 milioni, «il più alto di sempre nella storia della società autori ed editori». I principali indicatori economici sono contrassegnati dal segno più: rispetto all’anno precedente, i ricavi sono infatti cresciuti dell’1,8%, mentre l’utile netto si è attestato a quota 1,3 milioni a fronte dei circa 300mila euro del 2015. Dal 2013, anno delle ultime elezioni in Siae, il fatturato è cresciuto di oltre 120 milioni (18%). Quanto al risultato di esercizio, siamo di fronte al sesto bilancio consecutivo che la società chiude in attivo. Il contributo maggiore al fatturato (740 milioni) arriva da diritto d’autore e altri servizi di intermediazione (+2,2%). La società ha liquidato agli aventi diritto 656 milioni compresa la copia privata, con un incremento di 40 milioni sul 2015 (+6,3%). Gli incassi per il solo diritto d’autore, al netto cioè della copia privata, si sono attestati a 591 milioni, con una crescita del 3% rispetto al 2015. In aumento gli incassi relativi alla multimedialità (+9,6% sul 2015), in parte ascrivibili al recupero di diritti pregressi nei confronti dei grandi utilizzatori digital service provider, e quelli relativi all’emittenza (+3,9%), riconducibili alla finalizzazione degli accordi con Mediaset Rti e Sky per le sezioni musica e cinema.