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La prima cosa che viene in mente parlando degli Spotify Codes è Snapchat e quanto questa app abbia influenzato un’intera generazione di programmatori (leggete cosa sono gli Snapchat Codes).
La seconda cosa è la continua ricerca di velocità di condivisione della app musicale che inserisce costantemente nuove feature.
Gli Spotify Codes, infatti, servono per ascoltare immediatamente un brano, un artista o una playlist, semplicemente fotografando un codice, evitando così l’invio di link o la semplice/complicata ricerca.
Ecco un esempio di un codice di una playlist:
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Per generare un codice basta cliccare sui tre punti in alto a destra mentre si ascolta musica; per fare lo scan, invece, dovete cliccare la telecamera sul campo di ricerca e puntarla verso il codice, che sia su un foglio di carta o su un display.
L’esempio perfetto è questo: un vostro amico sta ascoltando un brano sulla app di Spotify, vi piace e lo volete inserire – per dire – in una playlist; non dovete più chiedere il link, ma semplicemente fare una foto al codice generato sul suo display.
Stessa cosa per quanto riguarda il web; non serve più postare il link diretto al vostro nuovo album, potreste semplicemente pubblicare la foto del vostro Spotify Code.
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Proviamo ad immaginare gli scenari promozionali di questo nuovo ‘accessorio digitale’:
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Web
Potreste utilizzare il codice come immagine di copertina di Facebook, come semplice post su Instagram/Twitter, oppure inserirlo come fermo immagine come video di YouTube.
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Offline
Ammettiamolo, il QR Code è brutto da vedere, sono in pochi che hanno accettato di ‘rovinare’ le proprie grafiche con quale quadrato impersonale a scacchi bianchi e neri. Spotify Codes è più gradevole e ha più appeal. Immaginate il poster del vostro tour con in basso questo codice gradevole alla vista e funzionale allo scatto.
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Vinili!
Ebbene sì. Pubblicate il vinile del vostro album? Non dimenticate di inserire nella confezione la stampa del vostro Spotify Code. In aggiunta al download link, ovviamente.
Fabrizio Galassi