Prosegue la campagna di avvicinamento di Youtube al mondo della discografia, da almeno un paio di stagioni in rotta con la piattaforma di media sharing controllata da Google per l’annosa questione del value gap: il gigante di San Bruno, California, il cui comparto musicale è recentemente passato sotto la guida dell’ex dirigente di Soundcloud Stephen Bryan dopo l’abbandono di Lyor Cohen, ha stretto un accordo con la società americana di collecting ASCAP per aumentare i corrispettivi da versare ai titolari dei diritti d’autore associati all’American Society of Composers, Authors and Publishers.
Benché a livello mediatico la direzione intrapresa verso una più equa ripartizione dei profitti generati dagli stream sia l’aspetto più rilevamente agli occhi di autori, discografici e addetti ai lavori, l’accordo sancisce anche un’inedita sinergia che sfrutterà in chiave statistica i dati relativi agli stream registrati da Youtube: in base ai risultati raccolti la piattaforma di video sharing individuerà gli autori e gli editori meglio performanti sui proprio canali, e incrociandoli con il catalogo gestito da ASCAP creerà una sorta di indirizzario delle star musicali più popolari in Rete.
Questa operazioni ribadisce, semmai ce ne fosse bisogno, l’interesse dei vertici di Google per il mercato delle edizioni musicali, già manifestato palesemente qualche tempo fa con un investimento su Kobalt da parte di una finanziaria controllata dal colosso di Mountain View.