Infatti, cosa resta di Sanremo? Dell’amore che, per giorni, ha inchiodato l’Italia babbioneggiante davanti al festival che avrebbe riportato la musica al centro dello show? quasi nulla.
Anzi vi do un elemento in più su cui poter riflettere: Benji & Fede (ribadisco in caps-lock BENJI & FEDE) in una settimana hanno venduto quasi quanto tutti i dischi del festival insieme dopo un mese.
Perché loro sì e i Benji e Fede degli anni ’70 (Facchinetti e Fogli) no? Andiamo a farci qualche domanda e provare a darci qualche risposta? Intanto qualcuno deve dirlo adesso passato più di un mese dalla fine del festival: molte, moltissime canzoni erano brutte, ma non sufficientemente oscene da entrare nell’epicità della storia della manifestazione. Cioè o diventi Fiumi di parole dei Jalisse, la canzone di Pupo e i Savoia, uno Scanu qualsiasi “in tutti i luoghi e tutti i laghi” o il “pathos” della Salemi, oppure hai fallito il bersaglio dell’orrore epico e l’unica cosa che può accaderti è finire nel dimenticatoio.

 

Per approfondire http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/cosa-resta-di-sanremo/2018-03-15/