L’estate è finita e il bilancio è che sono soddisfatto. Stanco ma felice, ho dato tutto: dalla bottega al mercatino, dal festival vero e proprio al party con banchetto. Ho provato ad esserci sempre, con mio padre a tappare i buchi, la mia fortuna.
Avevo promesso una puntata monografica sul babbo e adesso lo sputtano. Affettuosamente. Più o meno. Seriamente, non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza.
La storia è semplice e credo sia la stessa di molti miei coetanei che hanno cercato di fare impresa in questo paese. Quando fu chiaro che da solo non sarei riuscito a gestire la mole di lavoro senza un dipendente, entrò in gioco lui: in punta di piedi, come semplice tutto fare e senza conoscere una briciola del mestiere. Adesso vende stock interi ai colleghi che fanno i mercati, ravanando su Facebook e sul web in cerca di contatti, con la stessa ossessione di uno 007 a cui hanno sterminato la famiglia.
Il magazzino è il suo regno ed è lì che tende le sue trame, io lo supervisiono, ma ciò che c’è la dentro è 100% frutto dei suoi sbattimenti. Sono sotterrato di domande ad orario variabile e la sua presenza in bottega è prevedibile ma maledettamente improvvisa e devastante, come un uragano tropicale. Quando sento il ronzare del suo suv koreano dal muso felice in avvicinamento sono già sulle difensive: è un ex giornalista e la bulimia di informazioni mica si perde, il gusto per la pura indagine e il fact checking non si svende.
La precedenza ai most wanted ovviamente, ma finalmente riesco ad operare anche nelle profondità dei generi meno richiesti, riuscendo a soddisfare anche clienti più esigenti e avvicinandone altri. Dirigo il traffico qui dentro, in fin dei conti.
Detto questo, presumo che anche i vigili abbiano diritto alle ferie, giusto? Perché sono le 18:30 e mi lascio cullare un po’ troppo da “Me and Mrs Jones” di Billy Paul e sento che quasi quasi mi addormento.

 

Per approfondire https://www.rockit.it/news/cronache-negozio-dischi-settembre