Chi mi conosce, ma anche chi va semplicemente a curiosare nel mio account LinkedIn, saprà che una delle mie attività è quella di insegnante. In particolare: Popular Music e Digital Marketing.
Quindi, il fatto che io scriva di quanto sia importante studiare potrebbe sembrare un conflitto di interessi; in realtà si tratta di un campo specifico che conosco molto bene, ma soprattutto un’opportunità in un mercato che sta diventando sempre più internazionale [viste soprattutto le scarse e clientelari opportunità italiane] e professionale.
Qualunque sia la vostra scelta, la cosa importante è il titolo di studio che conseguirete alla fine: il famoso pezzo di carta. Sarà quello a definire la vostra professionalità, soprattutto quando comprerete il biglietto, solo andata, per l’estero.
Un esempio è il Master post-universitario organizzato da Gianni Sibilla alla Cattolica di Milano, suggerisco solo questo perché lo ritengo il migliore tra tutti quelli nei quali NON insegno (per dimostrare la mia volontà di non creare conflitti di interessi).
Fatto il cappello iniziale ecco i cinque buoni motivi perché è utile conseguire una laurea musicale:
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Profonda conoscenza
La musica non si limita alle sette note; e lavorare con la musica non significa solamente stare sul palco, sotto le luci, distruggendo la chitarra che il povero roadie dovrà mettere a posto. La ‘conoscenza’ irrobustirà la vostra anima e rafforzerà il fuoco che la fa vibrare: teoria musicale, le regole del mercato, della promozione, come si crea il gusto, come si evolve il pubblico, ma anche come strutturare una campagna e il motivo socio-economico che porta alla creazione di una scena musicale. Sono tutte informazioni che miglioreranno le vostre esibizioni e la vostra composizione.
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Opportunità professionali
Il musicista è il lavoro più bello del mondo, va ammesso; compreso dei suoi profondi e frequenti bassi, ma soprattutto degli incredibili picchi emotivi che riesce a creare. Nel caso però vi stancaste di queste montagne russe emozionali, dovete essere in grado di utilizzare la vostra esperienza in altri campi. Lasciato il palco vedrete che ci sono molte possibilità di lavoro nell’industria e spesso sono pagate meglio dei musicisti. Un titolo di studio accademico conferma la vostra profonda conoscenza (vedi punto 1) e vi permetterà di esplorare più opportunità professionali.
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Viaggiare
Non intendo zaino in spalla e biglietto aperto, ma la possibilità di lavorare in altre città e in altri stati. Avete mai provato a inserire “Music” nella ricerca di lavoro a NewYork o a Londra? Fate lo stesso con l’Italia e vedrete che i risultati passeranno dagli 80/100 delle capitali straniere ai 0/2 del nostro paese; questo perché l’ambiente musicale nostrano si basa principalmente sul passa parola e sulla conoscenza diretta. Nel momento in cui il vostro CV vede la presenza di un titolo di studio specifico, avrete più possibilità di ottenere colloqui e lavoro in ambito internazionale. Per chi non vuole lasciare l’Italia la cosa diventa un po’ più difficile perché, oltre al titolo, dovrete fare molte PR.
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Soldi
Ammettiamolo, i soldi rendono più felici. Chi lavora in ambito musicale lo fa principalmente per passione e il guadagno diventa una conseguenza del lavoro svolto. Aggregare più professionalità vi permette di migliorare la vostra posizione lavorativa, ma può permettervi di abbinare alla vostra carriera da musicista quella di produttore, consulente, docente, promoter, organizzatore, discografico, editore, tutte posizioni che vi permetteranno un guadagno migliore e più stabile.
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Collaborazioni
Uno dei valori impliciti dello studiare sono le connessioni che riuscite a stabilire. In una scuola o in una Università, ci sono decine o centinaia di persone come voi, che sono lì per un motivo ben specifico; spesso sono presenti anche studenti stranieri. Queste ‘connessioni’ diventano facilmente delle collaborazioni ben strutturate che possono aiutarvi nel sviluppare al meglio i vostri progetti. Ci sono poi gli insegnanti, professionisti del settore i quali sono spesso alla ricerca di studenti preparati, sono loro il primo vero job placement; e comunque andranno a formare la vostra agenda, numeri che potrete chiamare nel momento in cui avete un progetto da proporre.
Fabrizio Galassi