Mettete il caso che componete un brano bellissimo, e mettete il caso che non siete né Tommaso Paradiso dei TheGiornalisti, né Davide Petrella de Le Strisce (il co-responsabile del ritornello di “Vorrei Ma Non Posto”). Cosa fate?
Lo tenete per voi rischiando che il mondo non lo conosca, oppure provate a cederlo a un hitmaker di turno per ottenere una pensioncina dalla SIAE?
Paradossalmente la seconda opzione è più facile della prima, soprattutto con l’incredibile numero di cantanti senza autori che escono dai talent.
Questo è il terreno di battaglia del mondo delle edizioni, sul quale le major stanno puntando il loro futuro e i loro conti bancari.
Ma al tempo stesso può essere un ottimo volano per un artista emergente che potrebbe fare il percorso inverso: prendere un brano popolare e cucirselo addosso (azione volgarmente conosciuta come Le Cover).
!ATTENZIONE!
Se fino a qualche tempo fa i grandi gruppi editoriali chiudevano un occhio su come i loro repertori venivano utilizzati, adesso non è più così. Recentemente la divisione editoriale della Universal ha iniziato a togliere i video-cover da Facebook, anche perché la piattaforma di Paolo Alto non ha stipulato nessun accordo con le società di collecting. Questo significa che adesso, molto più di prima, potrebbe essere utile partire da un nuovo punto per poter liberamente monetizzare le cover, le autorizzazioni:
1. LIBERATORIA
Prima di ‘pensare’ di registrare una cover è sempre bene premunirsi di un’autorizzazione che dovrebbe rilasciarvi il detentore del diritto dell’opera: editore e/o compositore.
Non esiste un modello precompilato, l’importante è riuscire a trovare gli autori che potete scovare sul sito della SIAE.
Vi consiglio di richiedere più liberatorie contemporaneamente in modo da poter avere più scelte e iniziare già a registrare sui brani dei quali ricevete le autorizzazioni.
Potrebbero non servire nel caso facciate il brano esattamente uguale all’originale. Ma se fate una cover dovete necessariamente inserire il vostro suono.
2. VENDITA TRAMITE DOWNLOAD
Con la licenza/liberatoria firmata (per lo sfruttamento commerciale dell’opera) potete vendere le vostre cover in tutta sicurezza. Voi intascherete i proventi derivanti dal download (iTunes, GooglePlay e Amazon Unlimited quando arriverà in Italia), mentre autori ed editori avranno un ritorno economico da parte della SIAE.
In un post precedente abbiamo analizzato quali sono i distributori digitali più convenienti, vi consigliamo di leggere attentamente quella guida.
In alternativa c’è sempre BandCamp.
3. STREAMING
Il download dei brani sta calando vistosamente, è vero.
Lo streaming è in crescita clamorosa, è vero.
Ma il value gap è altissimo: per ogni brano scaricato da iTunes a 99 centesimi ne intascate circa 69, dai quali dovete togliere gli eventuali costi del distributore; per ogni stream, invece, parliamo di millesimi di Euro guadagnati (0.007 dollari su Spotfy).
Ma le cover possono essere inserite in playlist, hanno quindi più facilità di essere ascoltate e condivise, generando così una catena di ascolti.
Ad esempio:
a. “Little Talks” (Of Monster And Men) di Julia Sheer & Jon D = 60.000.000 plays (x 0.007 Dollari) = 420.000 Dollari (380.000 Euro circa).
b. “Skinny Love” (Bon Iver) di Birdie = 180.000.000 plays = 1.140.000 Euro.
4. VIDEO
Assicuratevi di avere un canale idoneo per la monetizzazione, per questo vi consiglio caldamente di prendere le informazioni direttamente sul sito di YouTube a questo indirizzo: Monetizzare i video cover idonei.
Anche in questo caso le licenze o le liberatorie vi permettono di non farvi bloccare il contenuto tramite il Content ID, un algoritmo che consente ai titolari del diritto di scovare chi utilizza i propri brani.
Se è tutto a posto può scattare la monetizzazione di circa 0.0016 Euro per singola view, ma attenzione: il 70% andrà all’avente diritto, mentre il 30% al titolare delle immagini, cioè voi.
Ad esempio:
a. Conor Maynard: “One Dance” (Drake) = 45.000.000 views [x 0.0016 (-70%)] = 21.600 Euro circa
b. Roshelle (adesso a X Factor): “One Dance vs Hsta El Amanecer” (Drake + Nicky Jam) = 2.233.639 views [x 0.0016 (-70%)] = 1.072 Euro circa
5. SINCRONIZZAZIONE
Con tutte le licenze in ordine, il vostro brano cover può essere utilizzato per pubblicità, jingle, sigle, potrebbe essere utilizzato da manifestazioni, passare in TV e tutta una serie di cose che voi pensate siano impossibili. La verità è che le società di consulenza musicale sono sempre alla ricerca del mood giusto e non è detto che l’originale ce l’abbia. “Vi consigliamo di stipulare una licenza in cui sono specificati anche i termini per l’utilizzo del nuovo master per una eventuale sincronizzazione” mi spiega Giuliano Cantini, coordinatore della produzione musicale e gestione editoriale per LaCosa srl.
Potrebbero stabilire un accordo con gli aventi diritto su una base di 50/50 (diritti editoriali/diritti sul master)?
“E’ una delle possibilità, ma dipende moltissimo dal tipo di repertorio e dagli artisti coinvolti. Ci sono casi da 90/10, perché magari è Madonna che fa una cover di uno sconosciuto, ma anche da 10/90, perché viceversa è uno sconosciuto che fa una cover dei Beatles”.
Non esistono dei contratti/autorizzazioni standard?
“Attualmente in Italia, almeno finché non si presenti proprio un’opportunità di sincronizzazione, non è necessario chiedere un’autorizzazione speciale agli aventi diritto per fare una cover e metterla in vendita: è sufficiente dichiarare autori ed editori alla SIAE, che autorizza implicitamente la cover con i famigerati bollini. Sebbene sia sempre una buona pratica contattare preventivamente gli aventi diritto, è anche possibile usare il nuovo master in situazioni di permessi generali per la comunicazione al pubblico (ad esempio come sottofondo in TV o in radio), e di conseguenza incassare i diritti connessi: sia quelli fonografici, se si ha un’etichetta, sia la parte spettante in qualità di artista interprete esecutore. Per quest’ultima parte è necessaria l’associazione gratuita a NUOVOIMAIE, la collecting degli artisti più grossa ed efficiente che c’è sul mercato”.
Fabrizio Galassi