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La biografia di una band o di un artista è uno degli elementi che vanno a costruire la prima impressione del vostro pubblico o degli addetti ai lavori.
Ha un valore molto importante nel totale della galassia di un musicista, ma come tutte le cose ‘importanti’, spesso viene lasciata al caso, oppure esagerata nel dettaglio e lunghezza.
Se vi presentate a un locale, a un’etichetta, a un promoter oppure al pubblico online scrivendo: “Fin da piccolo ho avuto una spiccata musicalità, tanto da utilizzare pentole e padelle come una batteria, facendo così infuriare mia madre. La mia passione poi mi ha spinto…”, (vi siete annoiati, vero?), è quasi scontato che non otterrete serate, contratto, concerti e ascolti, perché le persone vi identificheranno come prolisso, noioso e banale; e per le proprietà transitive, anche la vostra musica sarà vista come prolissa e noiosa.

 

#1  SIATE BREVI E CONCISI
Chi viene a leggere la vostra bio, spesso lo fa dopo aver inserito il CD nel lettore, o comunque dopo aver premuto play su Spotify; è quindi un supporto alla conoscenza, un invito ad approfondire, oppure, per i giornalisti, un gancio per cercare una storia da raccontare. Evitate di scrivere una ‘vera e propria biografia’ e datevi come limite di lunghezza due paragrafi per 10 righe massimo.
Esempio da copiare
Vulfpeck ia a half-Jewish German-American rhythm section based in Los Angeles. Originally studio musicians at Vulf Records, Jack Stratton, Theo Katman, Woody Goes & Hoe Dart have released four album under Vulfpeck (da Last.fm).
Esempio da evitare
Parlare di se, raccontare la propria vista non è mai una cosa semplice. Allora cominciamo, sono nato il XX.XX.XXX dove risiedo ancora, l’arte è sempre stata la mia passione con una certa predilezione nei confronti della musica. Quando a 10 anni mio padre mi regalò la prima chitarra…

 

#2 CHI SIETE REALMENTE?
Non sottovalutate questa domanda, cercate di rispondere sinceramente sia come artista sia come band; quali sono i motivi che vi hanno spinto a suonare, a comporre, a intraprendere questa carriera? Cercate di buttare giù una biografia sincera; dovete essere concentrati soprattutto nel modo di scrivere che sia il più possibile adeso alla vostra proposta musicale. Se fate pop-dance potete essere scoppiettanti, se fate doom-metal potete anche evitare di essere lugubri.
Esempio da copiare
Hi, my name is Shamir, I’m 18 years old from Las Vegas and this is my music! (Mail di presentazione scritta direttamente da Shamir alla XL Recordings che lo ha successivamente messo sotto contratto. Fonte: NME)

 

#3 A COSA VI SERVE LA BIO?
Ve lo dovete chiedere ancora prima di iniziare a pensare a cosa scrivere. Vi serve per pubblicarla nelle info di Facebook? Oppure includerla nell’EPK che state per inviare alla stampa? Nella lettera di presentazione alle etichette? Oppure per un booking? La realtà è che la bio andrebbe scritta in modo differente per ogni destinatario, sottolineando gli aspetti che potrebbero più attirare l’attenzione del lettore:
Comunicato Stampa: concentratevi su una storia da raccontare e fate in modo di essere convincenti perché i giornalisti potrebbero raccontarla per voi. Non fate solo l’elenco di cose che avete fatto, ma inserite solo quelle epiche. Ancora non avete fatto cose epiche? Allora prima dovete farle, e poi contattare la stampa.
Lettera di presentazione per label: la vostra bio potrebbe contenere delle frasi ad effetto collegate al vostro genere che possono colpire l’immaginario del discografico, ma al tempo stesso non perdete di vista il motivo per il quale dovreste meritare un contratto discografico; potreste inserite quanto è pazzo e numeroso e fedele il vostro pubblico; e soprattutto quanto cresce di concerto in concerto. Ricordate, le etichette sono aziende a scopo di lucro, se investono su di voi è perché devono ottenere un ritorno dell’investimento.
EPK per un booking: le agenzie di concerti, come le etichette, si impegnano anche per un ritorno economico. E’ obbligatorio inserire le vostre esperienze live nella vostra bio; non siate timidi e modificate il testo inserendo gli ultimi traguardi ottenuti, quanti concerti negli ultimi mesi, ma soprattutto quanti paganti per data siete riusciti a capitalizzare.
Esempio da copiare (ma in verità è impossibile da copiare. Testo contenuto in una mail inviata da Emiliano Colasanti di 42Records)
La domanda gira da quasi un anno, e ha fatto il giro di forum, blog, webzine e riviste specializzate di musica italiana
“Chi sono i cani?”
[…]
I Cani sono il side project di un esponente della scena electropop romana?
Il nuovo moniker di Max Gazzè?
La band fondata da Max Pezzali e Mauro Repetto per provare la reunion degli  883?
Un gruppo di sconosciuti?
Un fuorisede che si finge romano?
Una band di pariolini fondata su una minicar?

 

#4 CONCENTRATEVI SULLA PRIMA FRASE
Questo consiglio è un clichè dello scrittore, far in modo di attirare l’attenzione del lettore fin dalle prime parole, una volta ottenuto lo sguardo il lettore è catturato (avete presente Faletti quando ha scritto “Appunti di Un Venditore di Donne”? Ha iniziato il libro così: “Mi chiamo Bravo e non ho il cazzo”, era impossibile non continuare a leggere). La prima frase può far ridere, riflettere oppure non comunicare nessuna emozione, ecco l’ultimo caso non va bene.
Esempio da copiare:
Tutte Le Cose Inutili sono un duo pratese ventitreenne chitarra batteria che urla, scrive libri, batte tamburi e dice un milione di parole (bio di Tutte Le Cose Inutili presente nell’EP “Esclusi” su BandCamp)

 

#5 LE RECENSIONI VANNO BENISSIMO
Ogni bio deve essere corredata da altre informazioni, questo per riuscire a comunicare il quadro più completo. Promoter e direttori artistici, vogliono occuparsi di qualcosa che abbia un senso logico e commerciale, per questo avere già delle recensioni è un ottimo punto di partenza. Ma ci sono giornalisti e giornalisti: vanno bene tutte le testate conosciute e riconosciute, anche le webzine di nicchia. Evitate di inserire citazioni che derivano da siti sconosciuti o con URL di secondo livello il cui editor è il cugino del portiere dell’ufficio dove lavora vostro padre, al quale avete chiesto un piacere.

 

 

Fabrizio Galassi