Il falso mito del “calderone” – quello per il quale i brani inseriti nei borderò SIAE fruttino, in modo arbitrario, in misura maggiore agli autori di chiara fama, facendo confluire le briciole raccolte dagli associati minori nei portafogli dei big – lo conoscono più o meno tutti, specie gli iscritti di lungo corso. “E’ una delle leggende metropolitane più dure a morire”, conferma Matteo Fedeli, direttore della Divisione Musica della Società Italiana degli Autori ed Editori, “Deriva in parte dalla storia dell’ente, che è lunga più di cento anni e quindi complessa. Da una parte ci sono le regole di ripartizione, che fino a qualche anno fa consistevano in una sessantina di pagine scritte in geroglifico, che nessuno leggeva. Dall’altra c’è anche un pizzico di verità, anche se sorpassata, che riguarda il settore denominato – in modo un po’ arcaico – dei ‘concertini’, cioè degli eventi dal vivo minori in ristoranti, pub e locali pubblici. Con il vecchio borderò, quello cartaceo, il repertorio eseguito in questo contesto veniva ripartito per il 25% in modo analitico e per il 75% in modo campionario. Non per mancanza di trasparenza, una ragione c’era: fino a metà degli anni 2000 il fenomeno della falsa programmazione era endemico, e ritrovare borderò riempiti con le opere di anonimi che nulla avevano a che fare con le scalette della serata era quasi la regola. Il metodo campionario era un tentativo per privilegiare il merito alla furbizia…”

 

Però, oggi, le cose sono cambiate…
Sì, dal luglio 2016, quando abbiamo introdotto il borderò digitale, ripartito completamente in modo analitico. E’ un grande esempio di uguaglianza. Per esempio: se tra le venti voci di un borderò figurano sia un “grande Maestro” che l’autore emergente, entrambi verranno compensati con la stessa quota. Poi, ovviamente, la differenza nel ricavo complessivo la farà il merito: chi verrà eseguito tante volte, vedrà le sue ripartizioni moltiplicarsi. Chi invece suonerà le sue canzoni nel bar sotto casa due volte l’anno, potrà contare solo sulle sue esibizioni…

 

Chiarite le modalità di ripartizione e sfatato il mito del “calderone”, resta la questione delle tempistiche della ripartizione stessa…
Con l’attuale organizzazione, il primo semestre del 2017 verrà ripartito a gennaio 2018, quindi possiamo dire che i tempi oscillino in un intervallo compreso tra i sei e dodici mesi, in funzione della data di utilizzazione (1 gennaio – 30 giugno). SIAE, però, concede da sempre la possibilità di chiedere l’erogazione di anticipi, ovviamente sulla base dei dati storici riguardanti l’associato, accorciando così i tempi di ripartizione a un intervallo compreso tra 0 e 6 mesi. Bisogna però specificare una cosa: con la svolta digitale di mioBorderò ci siamo finalmente emancipati dal ‘ciclo della carta’, causa principe dei lunghi tempi di consegna e lavorazione dei programmi musicali. Se tutti usassero il borderò digitale, le modalità di ripartizione diventerebbero potenzialmente immediate: certo, pensare ad un cambio di periodicità non è facile, perché – per il bene degli associati, specialmente per i più piccoli – è preferibile comunque erogare in un solo bonifico quanto raccolto in un semestre che non fare più bonifici per piccole somme facendo lievitare le spese di commissione per  effettuare i bonifici. Ma a chi chiede  ripartizioni più agili e veloci dico: la strada è utilizzare il borderò digitale SIAE e incentivare colleghi e organizzatori a farlo.

 

In uno scenario sempre più globale, dove oggi – anche per indipendenti ed emergenti – è possibile affacciarsi sui mercati esteri, come opera SIAE?
Ci sono meccanismi di reciproca rappresentanza con società di collecting che operano come SIAE in altri paesi: al momento abbiamo  accordi con le consorelle estere in oltre 120 paesi del mondo . I nostri partner fanno attività di collecting nelle loro aree di competenza e ci mandano le ripartizioni da distribuire ai nostri associati, e noi facciamo lo stesso coi loro. Naturalmente noi vigiliamo sull’operato dei partner: per esempio, abbiamo un sistema di monitoraggio basato su audio fingerprinting –  sul modello del noto Shazam – su più di 2500 emittenti radiofoniche e televisive internazionali che individua le opere  iscritte al repertorio di nostra competenza: se troviamo discrepanze tra i dati effettivi e i report delle società con cui abbiamo accordi, interveniamo immediatamente con una richiesta di risarcimento…

 

Quanto costa SIAE, in termini di provvigioni, a un associato?
Il nostro aggio medio sugli incassi è del 15%.

 

Ci sono margini perché questa percentuale si assottigli?
Sì: l’idea è quella di offrire servizi sempre migliori e più snelli tramite l’online. Da una parte la vita dell’associato diventa più semplice, dall’altro si abbattono i costi di gestione e quindi anche quelli a carico dei nostri iscritti. Vorrei ricordare che SIAE non ha scopo di lucro pertanto non puntiamo a fare profitto ma a tutelare sempre di più il diritto d’autore e costare sempre meno ai nostri associati, ogni euro che risparmiamo è un euro in più nelle tasche degli associati. In quest’ottica da gennaio 2017 è stato possibile eliminare la quota di istruttoria richiesta al momento dell’associazione, fermo restando la totale gratuità per gli under 31 introdotta nel 2015.

 

Quali sono i nuovi canali aperti da SIAE per avere un rapporto più stretto e immediato con associati e pubblico?
Il canale principale è quello online che semplifica i processi e accorcia i tempi. Per gli associati il punto di riferimento sul Web diventerà il portale Autori ed Editori, con azioni semplici e riscontri immediati. Tra le priorità c’è anche quella di semplificare la vita agli utilizzatori: alla fine loro, per dirla brutalmente, sono quelli che pagano, e agevolarli significa incassare di più e più facilmente i diritti d’autore. Per esempio: una coppia di sposi che voglia della musica al proprio ricevimento non deve più prendere mezza giornata di permesso al lavoro per recarsi dal mandatario SIAE di zona e compilare la modulistica per ottenere i permessi. Adesso si può fare tutto da casa, in Rete. Ed è per questo che il nostro auspicio è quello di andare verso il 100% online, fermo restando l’importanza del lavoro di controllo che la rete territoriale svolge su tutto il territorio.

 

Quali ambiti verranno interessati prima da questa rivoluzione digitale?
Per Feste Private e mioBorderò potenzialmente siamo già pronti. Il passo finale per completare lo switch-off della “carta” sarà quello di chiedere ai nostri associati e clienti di utilizzare esclusivamente il borderò digitale, il cui sfruttamento oggi si aggira attorno al 20% a solo un anno dall’introduzione. Però dobbiamo sempre ricordare che tra i nostri associati e utilizzatori non ci sono solo i giovani, che potrebbero affrontare uno switch-off anche domani: un passaggio ci sarà, certo, ma sarà graduale. Però non vogliamo aspettare anni, sia chiaro: tra le ipotesi in esame, c’è quella di attuare uno switch-off al digitale per i borderò dei grandi eventi dal vivo.

 

Da dicembre scorso sono stati fatti online più di 15mila depositi, con una crescita mensile mediamente a due cifre, che hanno portato – solo a maggio – a registrare più di 5000 depositi online. Riguardo i borderò digitali, dall’introduzione il primo luglio del 2016 ad oggi, sono stati rilasciati in Rete 249.322 programmi musicali, per un totale di quasi 4 milioni di utilizzazioni digitali, le singole opere indicate per intenderci. L’Agenda Digitale sta iniziando a dare i suoi frutti, ma quali saranno i prossimi passi?
Abbiamo intrapreso dei cammini, come quelli avviati per i due portali. Il prossimo step sarà quello di completare lo switch-off tra il vecchio e nuovo portale autori ed editori, trasportando le vecchie funzioni nel nuovo contesto, più semplice ed immediato, e aggiungendone di nuove. Il grosso del lavoro, in questa fase, è dietro le quinte: stiamo operando molto sul back end, dove, per esempio, stiamo rivendendo tutti i sistemi di ripartizione. Sul versante del front end l’idea è quella del miglioramento continuo. L’esempio da seguire è quello di Amazon, che dice ai proprio utenti che sì, ci sono dei cambiamenti sui suoi portali, ma di non preoccuparsene, perché ogni cambiamento – anche se impercettibile – è pensato, studiato e attuato per la comodità dell’utente stesso. La nostra filosofia va nella stessa direzione: l’obbiettivo finale è quello di semplificare la vita dell’associato attraverso il miglioramento continuo, i feedback degli aventi diritto e la condivisione di nuovi obiettivi e risultati.

 

Per approfondire http://www.rockol.it/news-674645/intervista-a-matteo-fedeli-responsabile-divisione-musica-siae