Interessante articolo di Linkiesta.
“Alcuni giorni fa Dagospia ha cercato di riaprire una vecchia diatriba riguardo a Faber. Riprendendo un interessante articolo di Alessio Lega uscito per il nuovo bimestrale Vinile, un articolo in cui il cantautore anarchico affrontava con piglio filologico e l’amore del fan tutta la discografia deandreiana evidenziando tributi più o meno espliciti a altri autori, collaborazioni varie, da De Gregori a Bubola, passando per Pagani e Fossati, quasi sempre cannibalizzanti e totalizzanti (uso i toni dagospiani, intendiamoci).
Ora, sbollita la sterile polemica scatenatasi online, è forse il caso di fare un ragionamento, proprio a partire dall’interessante scritto di Lega. Un ragionamento che verte non tanto su De Andrè, autore scomparso e la cui analisi viene già ampiamente affrontata da altri critici, quanto sulla realtà del cantautorato italiano.”
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