“Vergogna”. “Truffa”. “Cancro”. “Merda”. E ancora: “Pentolone di merda che sta colpendo la musica italiana”. Sono alcune delle espressioni usate nella conferenza stampa sul secondary ticketing convocata da Ferdinando Salzano, amministratore delegato di Friends&Partners, e Claudio Maioli, manager di Luciano Ligabue. All’hotel Westin Palace di Milano la sala è affollatissima. Non solo di giornalisti, ma anche di manager di altri cantanti e dei vertici di TicketOne, la società che fino al 2017 ha in pratica il monopolio per la vendita online dei biglietti dei concerti in Italia. Almeno per quel che riguarda i canali ufficiali. Perché come il caso Coldplay insegna, migliaia di biglietti finiscono sui siti di bagarinaggio online, di secondary ticketing per l’appunto. Salzano dice di non aver dormito la scorsa notte. Del resto è quella di un bubbone pronto a scoppiare l’aria che tira dopo il servizio delle Iene che ha smascherato come, quantomeno nel caso di un live, molti biglietti siano finiti su uno di questi siti per iniziativa diretta di Live Nation, leader mondiale nell’organizzazione di concerti e concorrente di Friends & Partners. Live Nation, che secondo la ricostruzione delle Iene ha pure incassato il 90% del sovrapprezzo con cui quei biglietti sono stati venduti, oggi finisce sul banco degli imputati. “Noi e i nostri artisti queste cose non le abbiamo mai fatte”, sottolinea più volte Salzano. “Noi abbiamo operato sempre in modo corretto”, è una delle prime cose che dice appena gli passano il microfono Stefano Lionetti, amministratore delegato di TicketOne. Parole che però non rendono conto di certi cortocircuiti presenti in quel mondo pronto a essere investito…
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