Il servizio di streaming più grande dell’occidente continua ad attrarre utenti e accumulare iscrizioni, ma è ancora un pessimo affare. Le performance di Spotify possono accelerare o azzoppare i tentativi di crescita dell’industria musicale e, a partire dal debutto in borsa di inizio anno, i numeri dell’azienda sono sempre attesi con impazienza. Nell’ultimo report consegnato agli azionisti, Spotify ha rivelato performance non rassicuranti.
Le perdite nette ammontano ora a 394 milioni di euro, più del doppio dei 188 milioni registrati nel 2017. Le perdite operative 90 milioni, in aumento del 14% rispetto all’anno scorso. L’azienda agisce in perdita sin dalla sua nascita, nel 2008, ma i dirigenti si aspettano che diventasse redditizia con l’aumentare degli iscritti, in maniera da compensare le alte royalties pagate per i diritti d’autore. Ma osservando gli ultimi dati sembra proprio che la svolta non avverrà così presto.
Spotify ha raggiunto i 180 milioni di utenti, un nuovo record, e si aspetta di avvicinarsi ai 200 milioni nei prossimi mesi. Gli iscriti premium sono 83 milioni, una crescita del 40%, e quelli free sono aumentati del 23%.