A poche ore dalla lettera aperta firmata da oltre duemila donne occupate nell’industria discografica svedese – tra le quali cantanti come Zara Larsson, Robyn e Tove Lo e band come Icona Pop e First Aid Kit – per condannare ogni forma di molestia sessuale perpetrata nell’ambiete di lavoro, il paese scandinavo è scosso da quello che può essere considerato il primo “caso Weinstein” musicale europeo: come riferito dal tabloid AftonBladet – e successivamente confermato da Music Business Worldwide – un alto dirigente della filiale locale della Warner Music è stato sospeso dal servizio dopo essere stato accusato di molestie sessuali sia da colleghe, sia da artiste messe sotto contratto dalla major. Il manager, la cui identità non è stata resa nota, avrebbe anche promosso “condotte di lavoro non salutari” come, ad esempio, l’abuso di alcol, citato nella lettera pubblicata da Dagens Nyheter come uno dei corollari tipici – insieme a massacranti turni di straordinari – di aggressioni a sfondo sessuale.