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La moda di togliere i dischi dai servizi di streaming sembra stia volgendo al termine e la colpa di tutto ciò ha solo un nome: comportamento.
Il comportamento è quello degli ascoltatori che indicano la strada alla discografia, e su quel cartello di benvenuto c’è scritto: “Noi non siamo in questo gioco per i soldi, ma per la musica”. E questa volta il manico del coltello ce l’hanno loro.
Non si tratta tanto di accesso o possesso, sono opzioni vecchie e invecchiate velocemente, adesso è: soldi o pubblico?
Cosa è più importante per un musicista: guadagnare il più possibile oppure stabilire un rapporto di fiducia con il proprio pubblico?
Taylor Swift ha deciso di seguire i soldi, così con il suo team hanno scelto di replicare la stessa strategia del precedente “1989”,  ossia fare in modo di ‘possedere’ il disco evitando il più possibile l’accesso, puntando quindi sulle vendite, sulla massificazione dell’album.
Questa volta Taylor Swift arriva da numeri già impressionanti, ma solo in parte: il primo singolo “Look What You Made Me Do”, uscito il 24 agosto, è stato visto 42.3 milioni di volte nelle prime 24 ore.
Il 2 settembre è uscito “…Ready For It” collegato al pre-order del disco.
Meno bene è andato il terzo “Gorgeous” arrivato ‘appena’ nella top20 USA (66° in Italia).
Call It What You Want” è l’ultimo estratto dall’LP (3 novembre) attualmente al 37° posto nella Spotify Charts americana (“Look What You Made Me Do” è al 70°, “Gorgeous” al 78° e “…Ready For It” al 93°).
Il comportamento dicevamo; secondo questo approccio gli ascoltatori non sembrano aver premiato Taylor Swift sulla lunga distanza con le performance dei singoli in curva discendente.
Ma la mossa business è arrivata con il pre-order, in parte legato al secondo singolo “…Ready For It”, e dopo l’enorme successo del primo. Secondo Billboard “Reputation” ha già incassato 400.000 prenotazioni, doppiano il numero del precedente “1989” (1.2 milioni nella prima settimana di vendita).
Le previsioni danno Taylor Swift come possibile detentrice di un nuovo record di vendite, ma non possiamo sottovalutare il pubblico e il loro comportamento: se i pre-order si fermano a 400.000 e il resto del mondo aspetta di ritrovare il disco su Spotify, significherà che anche Taylor e il suo team dovranno abbandonare in maniera definitiva la via dei soldi per ritrovare quella del pubblico. E mettere “Reputation” immediatamente disponibile su Spotify.

 

Per approfondire http://www.fabriziogalassi.com/2017/11/08/taylor-swift-questa-volta-la-strategia-no-stream-serve-ancora-piu-soldi-riparare-danni/