Hanno fatto discutere le dichiarazioni rilasciate ieri dal vicedirettore del reparto strategie musicali del gruppo Universal Music Jonathan Dworkin a proposito del rischio che il pubblico si disabitui – grazie alle moderne tecnologie – ad ascoltare la musica con attenzione. Dalle stesso palco dal quale ieri Dworkin ha lanciato l’allarme – quello della congresso NY:LON Connect di New York – sono arrivate a stretto giro le critiche di Willard Ahdritz, amministratore delegato della società di edizioni Kobalt.
“Quindi adesso degli elitisti possono dire alla gente cosa deve e cosa non deve fare? Anche Papa Francesco ha detto ‘chi sono io per giudicare’, e credo che queste parole calzino a pennello. Le persone ascoltano le hit da alta classifica in sottofondo, e qualcuno ha deciso anche cosa debbano sentire…”, ha spiegato Ahdritz, che ha individuato nella supremazia esercitata dai grandi gruppi multinazionali ai danni delle realtà indipendenti nei palinsesti radiofonici mondiali un problema troppo a lungo trascurato dall’industria musicale: “Per come la vedo io, la top 40 radiofonica oggi è controllata da tre major: è una dittatura”.