Per un musicista conoscere e utilizzare YouTube è fondamentale, così come sapere quali aggiornamenti sono stati apportati negli ultimi mesi.
Abbiamo chiesto queste informazioni direttamente a un professionista del settore, a colui che lavora a stretto contatto con artisti ed etichette per far in modo che i loro contenuti siano, non solo visibili, ma anche performanti dal punto di vista della monetizzazione.
Giuseppe Fisicaro è uno degli YouTube manager più ‘anziani’ d’Italia, ma non nel senso anagrafico quanto in quello di esperienza. Dopo aver lavorato per BelieveDigital ha fondato la sua società TheWebEngine attraverso la quale ha stretto ancora di più il suo sodalizio con la musica.
Con lui abbiamo voluto realizzare una mini-guida andando a capire quali sono i punti fermi e quali le novità della mega piattaforma video.
1. Il CPM è aumentato.
Per CM si intende Costo Per Migliaio, ossia quanto costano mille views, ma allo stesso tempo è aumentato quello che può incassare un artista dalle revenue sharing. La crescita è dovuta a un notevole spostamento dell’ADV generale che dai vecchi media (TV, Radio, Stampa) si sta spostando verso il digitale e in particolare verso il mobile. Questo genera non solo fiducia nei media digitali, ma ne aumenta l’appetibilità, cosa che si trasforma in crescita delle revenue sharing che YT paga agli artisti.
2. YouTube ha molta più concorrenza.
Fino a qualche mese fa YouTube non aveva diretti concorrenti; quello che si trovava sulla società video di Google ERA quello che si trovava in rete. Poi Zuckerberg ha dichiarato che Facebook potrebbe diventare un social di scambio messaggi video, e così gli investitori (e anche gli utenti) hanno incrementato i minuti caricati. Stessa cosa su Instagram dove i clip sono aumentati notevolmente. Poi c’è anche l’emergente Musical.ly interamente dedicato ai video musicali. Questo significa che dovete realizzare più versioni dello stesso video, ma che puntino su YouTube, dove avete la monetizzazione.
3. Le versioni.
Adesso che dovete creare più clip dello stesso video cerchiamo di capire come vanno realizzati. La regola dei primi 5 secondi è ancora valida per quanto riguarda YouTube: il pubblico web è super distratto, dovete quindi immobilizzarlo davanti al monitor nei primi 5 secondi, dovete far accadere qualcosa, ideare un gancio e legarlo a voi per i successivi minuti. Questo perché l’algoritmo di YouTube premia la percentuale vista oltre alla quantità. Quindi: meglio un video di 2 minuti guardato per 1’ e 30’’ che non uno di 5 guardato per lo stesso tempo.
Su Facebook vanno bene anche le clip in bassa qualità, come ad esempio le riprese fatte con il telefonino (su YT no).
Instagram + Musical.ly: qui i 15 secondi sono fondamentali, nel primo caso devono stimolare l’utente a cliccare sul link YT, nel secondo dovete creare uno ‘snippet’ stimolante sul quale la community possa iniziare a realizzare coreografie.
4. Costanza, costanza, costanza.
Questo punto non è cambiato. L’algoritmo di YouTube premia non solo la qualità dell’upload, ma anche la programmazione dei contenuti: se avete un album di 10 brani e volete caricarli sul vostro canale, prevedete 10 upload differenti cadenzati nel tempo, ad esempio uno ogni 10 giorni. Così potete avvertire la vostra community e allo stesso tempo YT potrebbe premiarvi nel risultato delle ricerche. Ricordate: non solo la quantità, ma la costanza.
5. Major vs artisti.
Negli anni sono aumentati i professionisti che svolgono lavori di gestione dei video su YouTube, ma clamorosamente queste figure non sono inserite negli organici delle major; sono spesso agenzie e liberi professionisti che lavorano direttamente con l’artista. Molto probabilmente perché per una grande major internazionale il ritorno economico dai video vengono considerati spiccioli, mentre per l’artista possono significare una notevole fonte economica. Le major però si sono ‘riunite’ sotto il marchio VEVO, e da qualche anno si sono aperte anche agli indipendenti.
6. Rimanere aggiornati.
La rete è piena di consigli. La cosa fondamentale è trovare le persone più in linea con i vostri contenuti, oppure che facciano dei video-corsi, webinar al cui interno potete trovare i preziosissimi tricks per avere successo come musicista su YouTube. Non dovete necessariamente diventare youtuber, ma al tempo stesso dovete conoscere il linguaggio e ‘rischiare’ di diventarlo.
7. Appunto, siamo pieni di youtuber.
Il problema è proprio questo, a causa dell’eccesso di offerta di contenuti presenti su YouTube, si corre il rischio dell’anonimato. Adesso gli utenti sono molto più selettivi di prima, quindi se il vostro video non ha determinate caratteristiche, che potrebbero essere quelle tecniche (mirate agli appassionati) o divertenti (mirate a un pubblico generalista), il rischio di scarso appeal è molto alto.
8. Acquisto views oppure no?
La scelta di comperare dati dipende molto dallo scopo del nostro video. Se un artista si deve presentare a un’etichetta e lo fa con numeri molto bassi, è possibile che l’A&R possa non rimanere colpito e quindi escluderlo dal roster. YouTube è come una vetrina, se ben arredata può invitare i clienti all’interno del negozio a fare acquisti, e l’arredamento sono anche i numeri. Ma al tempo stesso YouTube non premia questa attività, perché se l’algoritmo nota una forte crescita in due giorni e poi un calo, rischia di estrometterti dai risultati di ricerca.
9. Metadata come pioggia.
Parliamo anche degli aspetti più tecnici e degli standard che si sono consolidati negli anni. I titoli delle canzoni non dovrebbero essere molto lunghi, ma d’impatto e contenere tutto quello che sia necessario a far capire cosa è presente nel video. Non dovete ingannare l’utente perché se il WatchTime è basso, l’algoritmo vi esclude. Inserire nel titolo se si tratta di una cover, di un remix, di una versione acustica o quant’altro.
La Playlist: cercate di entrare in più liste possibili. Fatene una o due anche voi dove andate a inserire i brani che più vi piacciono, poi chiedete agli artisti che pubblicano regolarmente playlist di fare una sorta di cross-collaboration, voi inserite il loro brano e loro fanno lo stesso con il vostro.
10. Se avete costanza utilizzate le annotation!
Incrementate l’utilizzo di annotation o sigle finali per rimandare ad altri video e stimolare l’utente a rimanere sui vostri contenuti. Il tutto, ovviamente, se avete una costanza nel caricamento (vedi punto numero 4). Il consiglio è quello di realizzare un piccolo piano editoriale inserendo quali tipi di clip andremo a fare (musica, live, cover, tutorial), quando saranno caricati, creare delle playlist dedicate a ogni singolo argomento e brandizzare il tutto con il watermark (il logo in basso a destra) e le info (presenti in alto a destra).
11. In bocca al lupo!